Localizzazione degli eventi sismici registrati nel 2024. Tratta dal sito dell'Osservatorio Vesuviano.
BRADISISMO E SCIAMI SISMICI - Aggiornamenti
I Campi Flegrei sono noti per essere uno dei supervulcani più pericolosi e potenzialmente devastanti, non solo per l'area geografica immediatamente circostante ma per gli effetti che l'eruzione vulcanica potrebbe generare nel mondo intero dal diffondersi delle ceneri emesse negli strati più alti dell'atmosfera. Tale nefasta conseguenza influirebbe sul clima terrestre con variazioni notevoli di temperatura e persistente presenza di piogge "acide" che condizionerebbe inevitabilmente l'economia mondiale.
Per le dette ragioni l'area vulcanica dei Campi Flegrei è oggi una delle più monitorate e studiate con la partecipazione anche di esperti di diverse nazionalità. Oggetto di continui approfondimenti è proprio il bradisismo, peculiarità quasi esclusiva dell'area flegrea, infatti tale fenomeno è stato riscontrato solo in alcune aree del mediterraneo anche se di minore entità e superficie (nel Mediterraneo basti ricordare l'eruzione che ha distrutto l'isola di Thera, nel XIV secolo, che ha comportato movimenti verticali presso la costa dell'isola di Creta e di quella meridionale del Peloponneso).
Manifestazioni recenti di crisi bradisismiche nei Campi Flegrei riguardano gli anni '70-'72 e '82-'84, periodi caratterizzati da un sollevamento del suolo di più di 3 metri e da una costante attività sismica con oltre 10.000 terremoti e con un aumento dell'attività idrotermale presso la solfatara e non solo. Negli anni successivi al 1984 si è riscontrato un lento ma continuo abbassamento del suolo, con una piccola ripresa del sollevamento nel 1989, una pausa nel 1994 e un'ulteriore contenuta ripresa nel 2000.
Il sollevamento del suolo è ripreso nel 2004 raggiungendo nel 2006 un valore complessivo di circa 18 cm come rilevato dalla stazione GPS ubicata a Pozzuoli presso il Rione Terra. La velocità di sollevamento che come detto aveva avuto un incremento notevole nei mesi di luglio e agosto (7 cm), in seguito allo sciame sismico registrato nel settembre del 2012 si è uniformato ai valori registrati negli anni precedenti. Dal 2008 gli effetti deformativi del bradisismo sono continuati interessando una superficie più ampia.
Il lento movimento della crosta terrestre è sempre accompagnato da uno sciame sismico di modesta entità che però negli anni di maggiore intensità dei movimenti verticali della superficie (1970-1972 e 1982-1984) sono stati di entità tale da minare la statica di numerosi edifici di Pozzuoli con la conseguente necessità di evacuare la popolazione. A partire dagli anni 2000 fino ai tempi odierni si sono registrati centinaia di sciami sismici intervallati da alcuni eventi isolati e tutti di Magnitudo bassa (inferiori a 1) prevalentemente concentrati nell'area intorno alla Solfatara.
Gli episodi sismici verificatisi di recente rientrano nella normale evoluzione del fenomeno bradisismico comunque, si ribadisce, costantemente monitorato e studiato, ricerche che hanno riscontrato un leggero aumento della temperatura delle fumarole, in particolare nell'area di Pisciarelli e contestualmente variazioni geochimiche. Dal gennaio 2011 l'area flegrea ha ripreso a sollevarsi, fenomeno che dal Luglio 2017 è di circa 7 millimetri al mese, pari cioè a quasi 8 centimetri l'anno.
Nel 2020 e nei primi mesi del 2021 si sono verificati diversi terremoti locali concentrati prevalentemente nel sito noto come fumarole Pisciarelli, con ipocentro intorno al chilometro e mezzo di profondità, dove si sono riscontrate anche variazioni geochimiche nelle emissioni fumaroliche.
Il 1 Giugno del 2021 e nella mattinata del giorno successivo, l'Osservatorio Vesuviano ha registrato uno sciame sismico di 35 terremoti che rispetto a quelli verificatisi in passato, che hanno avuto valori di magnitudo relativamente bassi, quest'ultima successione di eventi sismici, invece, hanno avuto magnitudo da 0,4 a 1,8.
L'aspetto che però ha destato maggiore attenzione negli esperti è l'ubicazione degli epicentri, concentrati a nord-ovest dell'edificio vulcanico degli Astroni. La novità, pur rientrando nella norma del sistema idrotermale attivo, è stata interpretata come effetto della formazione di una nuova faglia a sua volta infiltrata da fluidi, oppure come l'estensione della ramificazione di quelle di Pozzuoli - Pisciarelli.
I primi mesi del 2022 sono stati caratterizzati da un incremento degli sciami sismici con alcuni episodi tellurici aventi valori di magnitudo superiori a quelli riscontrati negli anni precedenti. Infatti il 16 marzo del 2022 alle ore 15:15 una scossa di magnitudo 3,5 con epicentro nella Solfatara ad una profondità di km 2,75 ha destato preoccupazione nella popolazione locale e la conseguente attivazione delle amministrazioni dei comuni flegrei e della Protezione Civile in stretto contatto con l'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia al fine di definire procedure tese a rassicurare i cittadini e informare sull'evoluzione del fenomeno.
I detti recenti eventi (339 terremoti nel solo mese di marzo del 2022 che si sono ripetuti anche nel mese di aprile, per la precisione 262 e 257 nel mese di maggio) hanno avuto un'evidente manifestazione plastica con l'apparente ritiro del mare, dovuto all'emersione di porzioni di spiagge per effetto del sollevamento del suolo che in particolare a Pozzuoli si riscontra presso il pontile del porto ma in modo più palese nella Darsena, destinata alle imbarcazioni dei pescatori, quasi completamente in "secca".
Nel mese di luglio 2022 nei Campi Flegrei, sono stati registrati 146 terremoti uno dei quali, precisamente l'evento del 30/07/2022 alle ore 03:27, ha avuto la magnitudo massima di circa 2,5. Dei detti eventi 83 sono stati localizzati prevalentemente tra Pozzuoli, l’area Solfatara-Pisciarelli e il bordo sud-occidentale degli Astroni con profondità concentrate nei primi 2 km e profondità massima di circa 2.5 km .
Il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione dalla metà di giugno 2022 è di circa 5±2 mm/mese. Il sollevamento registrato alla stazione GPS di RITE è di circa 98 cm da novembre 2005 di cui circa 64.5 cm da gennaio 2016. L’analisi delle serie temporali dei valori massimi di temperatura dell’area della Solfatara mostrano una leggera diminuzione.
A Pisciarelli le temperature misurate mostrano un lieve decremento. Le misure con termocamere mobili effettuate in diversi punti nell’area dei Campi Flegrei mostrano andamenti stabili. La composizione delle fumarole e i parametri monitorati indicano il perdurare dei trend pluriennali di riscaldamento e pressurizzazione del sistema idrotermale che ha raggiunto un massimo nel luglio 2020, per poi invertirsi negli ultimi mesi, incluso il mese di giugno 2022.
Sulla base dell’attuale quadro dell’attività vulcanica sopra delineato, non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine. Il monitoraggio dell’area flegrea permane al livello di “Attenzione”.
Dal 24 al 30 ottobre 2022 sono stati registrati nei Campi Flegrei 163 terremoti e un aumento della velocità di deformazione del suolo attentamente monitorata al fine di misurarne la progressione. Dal 31 ottobre al 6 novembre sono stati registrati 104 terremoti.
Nel mese di novembre 2022 i terremoti registrati nell’area dei Campi Flegrei sono stati 365. Più precisamente il 30 novembre i sismografi hanno registrato nell'area Solfatara - Pisciarelli uno sciame sismico di 19 terremoti mentre nel mese di dicembre ne sono stati registrati 517 eventi, di cui 116 avvenuti nel corso di tre sciami sismici. Durante tutto il 2022 si sono registrati 3.181 terremoti.
L'attività sismica è stata accompagnata da un aumento della velocità di deformazione del suolo con un valore medio di sollevamento che oscilla intorno ai 15 mm/mese, tendenza che nella prima settimana di gennaio 2023 ha registrato un rallentamento e nelle settimane successive un aumento della deformazione del suolo.
La notte tra sabato 4 e domenica 5 febbraio 2023 c’è stato uno sciame sismico con un terremoto ben avvertito dalla popolazione. L’evento più significativo è avvenuto all’1.45, con Magnitudo di durata pari a 3.0 (±0.3, cioè con un errore di più o meno 0.3) a una profondità di 4 chilometri e 500 metri con epicentro al centro del golfo di Pozzuoli.
Nei mesi di maggio e giugno del 2023 la velocità di sollevamento del suolo, misurata nella zona del Rione Terra, era di 10 mm al mese e dalla metà del mese di luglio si è registrato un aumento della velocità di 15 mm al mese e 206 terremoti in tutto il mese con l’evento massimo di magnitudo 1.9 del 16 e un piccolo sciame il 25 con 20 scosse.
Nel mese di agosto è continuato il trend con un incremento di terremoti che il giorno 18 in una sola notte ha visto ripetersi oltre 50 sismi di ordinaria magnitudo (poco superiore a zero) con picchi da 2 a 3,3 che hanno destato allarme e indotto la popolazione di Pozzuoli a lasciare temporaneamente le loro abitazioni.
Nel mese di novembre del 2023 i fenomeni hanno registrato un'attenuazione con la riduzione della velocità di sollevamento ad appena 4 mm il mese e la diminuzione degli eventi sismici e delle relative magnitudo. Infatti, nella settimana dal 13 al 19 del detto mese si sono verificati solo cinque terremoti di bassa intensità, situazione confermata dall'ultimo bollettino settimanale dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) - Osservatorio Vesuviano del 2 gennaio 2024.
Attività che dalla fine di aprile 2024 ha avuto una ripresa sia degli sciami sismici sia della deformazione e nella prima metà di maggio sono stati registrati 187 terremoti con i più forti di Mdmax=3.7±0.3 con un valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione di circa 20±3 mm/mese misurato presso la stazione GNSS del Rione Terra (Pozzuoli).
Episodi culminati con il terremoto più forte degli ultimi quarant'anni di magnitudo 4.4 registrato il 20 maggio 2024 intorno alle ore 20:10 seguito da un altro di Md 3.6 alle ore 23:00 avvertita in tutta Napoli che ha generato preoccupazione nella popolazione di Pozzuoli che in gran parte hanno lasciato temporaneamente gli alloggi. In più il giorno dopo sono stati sgomberati 13 edifici ed evacuate 39 famiglie sgomberi che sono stati estesi anche nei giorni successivi. Nel corso del mese di maggio 2024 sono stati registrati 1525 terremoti.
Un nuovo studio dal titolo “Data analysis of the unsteadily accelerating GPS and seismic records at Campi Flegrei caldera from 2000 to 2020”, recentemente pubblicato sulla rivista ‘Scientific Reports’ di Nature condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), della Scuola Normale Superiore di Pisa e delle Università di Buffalo, Tufts e Penn State (USA), ha analizzato il lento sollevamento del suolo dei Campi Flegrei e i connessi sciami sismici consequenziali, al fine di comprendere l'evoluzione del fenomeno.
Esso si è basato sui dati riscontrati nel periodo 2000-2020 dai quali è emerso il sovrapporsi di due andamenti del sollevamento del suolo e della sismicità nell'area flegrea, riconoscendo una accelerazione su scala decennale e oscillazioni periodiche. Più precisamente si è verificato che a partire dal 2005 il sollevamento del suolo ha aumentato la velocità così come la frequenza dei terremoti, con un picco del 90-97% dopo il 2011 e del 40-80% dopo il 2018.
La ricerca scientifica comunque continua e infatti nel maggio del 2024 è stato pubblicato su Earth and Planetary Science Letters di Elsevie lo studio “Tracking transient changes in the plumbing system at Campi Flegrei Caldera” condotto da un team multidisciplinare di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. I ricercatori hanno utilizzato una tecnica basata su un approccio probabilistico non lineare alla risoluzione del problema tomografico, analizzando il rapporto tra la velocità delle cosiddette onde P (prime o di pressione) e il loro rapporto con le cosiddette onde S (seconde o di taglio) attraverso la quale gli scienziati sono riusciti a “vedere” la struttura interna della caldera.
Immagine tratta da www.sciencedirect.comsciencearticle.
Sollevamento ancora in progressione, con un valore di spostamento verticale registrato presso la stazione del Rione Terra di circa 100 cm rispetto al 2005. Analizzando le velocità di sollevamento e l'oscillazione degli eventi sismici mediante un modello rappresentativo della dinamica che porta alla rottura di materiali elastici fragili per effetto di uno sforzo costante, si è potuto ipotizzare, che se dovessero rimanere costanti i dati rilevati si potrebbe raggiungere uno stato critico nell'ordine di 10 o 20 anni.
In ogni caso, seguire i cambiamenti associati alla risalita del magma è fondamentale per prevedere il modo in cui le caldere irrequiete si evolvono e potenzialmente eruttare.
Un nuovo studio dal titolo “B value enlightens different rheological behaviour in Campi Flegrei caldera”, realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’Università della Campania Luigi Vanvitelli e pubblicato sulla rivista scientifica ‘Communications Earth & Environment’ di Nature 82024) ha identificato diverse strutture sismiche all’interno della caldera dei Campi Flegrei.
La ricerca ha analizzato 7.670 eventi sismici verificatisi in 18 anni, precisamente da gennaio 2005 a ottobre 2023, riscontrando che al di sotto delle aree della Solfatara e Pisciarelli fino a una profondità di circa 2 km, l'elevata fratturazione delle rocce e la presenza di fluidi idrotermali favoriscono il verificarsi di terremoti di bassa magnitudo (fino a Md=3) rispetto a quelli di magnitudo più elevata (fino a Md= 4.4).
Al di sotto dei 2 km, invece, per le aree circostanti il rapporto tra le magnitudo dei terremoti è coerente con quanto osservato a scala globale; ovvero il valore di b stimato è molto prossimo a 1.Il parametro analizzato chiamato b-value dipende dal rapporto tra il numero dei terremoti di magnitudo elevata e quelli di magnitudo minore. Ad esempio, il valore di b uguale a 1, osservato analizzando il catalogo sismico globale, indica che per ogni terremoto di magnitudo 4 si osservano 10 terremoti di magnitudo 3.
Nel mese di settembre 2024 il sollevamento del suolo si è dimezzato passando a 1 centimetro al mese anziché i 2 centimetri al mese registrati da aprile ad agosto.
Un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’Università degli Studi Roma Tre e l’Université de Genève, nell’ambito del progetto “LOVE-CF” finanziato dall’INGV per l’indagine multidisciplinare dei Campi Flegrei, utilizzando tecniche avanzate, come la geodesia, le simulazioni numeriche e la petrologia, è riuscito a mappare il movimento del magma nelle profondità della caldera nell’arco di 16 anni, dal 2007 al 2023 riportando i risultati dell'analisi nell’articolo “Tracking the 2007-2023 magma-driven unrest at Campi Flegrei caldera (Italy)”, recentemente pubblicato sulla rivista Nature - Communications of Earth and Environment.
Lo studio evidenzia che l'ascesa del magma a profondità inferiori a 8 km è il motore principale dell’attività in corso, caratterizzata da un lento e costante sollevamento del suolo, che ha raggiunto circa 1,3 metri al Rione Terra di Pozzuoli dal 2006 a oggi. Più precisamente si è dedotto che la sorgente di deformazione risulta negli anni progressivamente più superficiale, da 6 km a 4 km circa di profondità. Gli esperti sostengono che "sebbene al momento non ci siano segnali imminenti di eruzione, il continuo accumulo di magma e l'aumento della pressione nel sottosuolo rappresentano un rischio che non deve essere ignorato".
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